Il vecchio carro siciliano, carretti siciliani, trainato dai buoi, comparve nel 700, ed è stato il simbolo dell’arte folkroristica siciliana.
I primi ad essere decorati si intravedono intorno ai primi dell’ 800. Erano realizzati con ruote molto alte per superare le strade di campagna (le trazzere).
Caratterizzato fin da sempre dai suoi colori vivaci che rappresentano i colori della meravigliosa sicilia: il giallo, l’arancio, il verde, colori che richiamano la passione il sole e gli agrumi.
I primi carretti siciliani erano decorati con disegni sacri, i quali avevano il compito di proteggere il carro in quanto mezzo di lavoro.
Con il passare del tempo i carri erano rappresentati da disegni come i paladini di Francia, l’Orlando Furioso, la Gerusalemme liberata.
Nasce cosi un mestiere oggi quasi estinto: “Il decoratore di carretto o meglio u Pitturi ri carretti”.
Uno dei pittori molto famosi èra Peppino Ducato, di Bagheria, che lascia a suo fuglio Michele Ducato questa bellisima ed ormai estinta tradizione.
Quando aveva 5 anni Renato Guttuso gli scrisse una dedica: “possa essere degno di portare il glorioso nome dei Ducato”.
Oggi, l’architetto bagherese ha perpetuato la tradizione di famiglia di essere un decoratore non solo di carretti siciliani ma di qualsiasi oggetto adornato con le sue pitture ad olio che raccontano la cultura dell’anima siciliana intrisa di leggenda, storia e melodramma: «Da anni chiedo all’Istituto artistico di Bagheria di fare un laboratorio dedicato al carretto siciliano perché se ne possa conservare la memoria»
Le pitture tipiche dei carretti siciliani trovano sfoggio anche sulle bancarelle dell feste o le sagre siciliane, ma trovano anche sfoggio sulle bancarelle delle panelle o del polpo che troviamo nei banchetti di alcuni matrimoni o feste private.
E’ cosi che Salvatore Martorana e suo filgio Maurizio Minardi creano delle bancarelle meravigliose e ricchi di disegni realizzati prorio dal decoratore Ducato. Le bancarelle diventano un mezzo per vendere il polpo, le panelle, Il gelato, la frutta secca o caldarroste dette in siciliano i ”Bancaredde ra simienza”