La Moringa viene utilizzata sia in ambito alimentare che nell’ambito della cosmesi. Il suo impiego in questi campi è giustificato dai suoi componenti nutrizionali e dalle numerose proprietà attribuite al cosiddetto albero miracoloso, alcune confermate e altre no.

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Le parti della pianta che vengono utilizzate sono le foglie, i fiori, i frutti (baccelli), i semi, la corteccia e le radici.

Nei Paesi in cui la Moringa è indigena, le popolazioni utilizzano foglie, fiori, frutti, radici, semi e olio estratto da questi ultimi nella normale alimentazione.

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Nel nostro Paese, invece, sono reperibili perlopiù le foglie essiccate e sminuzzate o polverizzate che vengono utilizzate per la preparazione di infusi o bevande. Le foglie polverizzate e gli estratti dei semi rientrano altresì nella composizione di diversi integratori alimentari approvati dal Ministero della Salute (tali integratori rientrano nel Registro Nazionale degli Integratori Alimentari, consultabile sul sito ufficiale del Ministero della Salute).

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La Moringa oleifera, nota anche come albero del rafano o albero delle bacchette (drumstick tree, per via della forma caratteristica dei suoi frutti), è una pianta originaria del nord est dell’India, poi diffusasi nelle regioni tropicali e subtropicali di Africa, sud-est asiatico, sud America e isole caraibiche.

Appartiene al genere delle Brassicacee, la stessa dei broccoli, con i quali condivide molte delle proprietà benefiche per la salute: oltre ad essere un cibo d’uso quotidiano nelle regioni d’origine, infatti, la Moringa è utilizzata da secoli per le sue proprietà curative (è conosciuta come “l’albero dei miracoli”). E ciò che è stato tramandato da queste culture sta diventando ora oggetto di ricerca scientifica, con le prime conferme sulle potenzialità curative di questa pianta.

La Moringa era nota già nelle civiltà più antiche: Egitto, Grecia, Roma e nella medicina ayurvedica indiana, solo per citarne alcune. Si narra che in India i guerrieri Maurian riuscirono ad opporsi all’avanzata delle truppe di Alessandro Magno nel 326 a.C., grazie alla forza derivante dall’uso quotidiano di un estratto di foglie di Moringa.

Dal punto di vista della composizione, la Moringa oleifera ha un profilo nutrizionale di tutto rispetto, tanto da meritarsi la definizione di “pianta più ricca di nutrienti mai scoperta” [1,2]: è infatti un’eccellente fonte di

moringa
  • proteine (30% nelle foglie essiccate, che contengono tutti gli amminoacidi essenziali),
  • acidi grassi (44% di acido alfa-linolenico),
  • vitamine (A, alcune del gruppo B, C, D, E, K),
  • minerali (Calcio, Ferro, Potassio, Magnesio, Manganese, Zinco),
  • fenoli,
  • steroli vegetali (beta-sitosterolo),
  • flavonoidi (quercetina),
  • isotiocianati (moringina).

Nella seguente tabella è riportato il contenuto di alcune vitamine e sali minerali nelle foglie fresche o essiccate di Moringa, confrontato con quello degli alimenti di riferimento più conosciuti: come si può vedere, il valore nutrizionale è indubbiamente elevato – e in misura maggiore nelle foglie essiccate, con la sola eccezione della vitamina C [2,4,8].

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Benefici moringa

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Esistono innumerevoli testimonianze nella medicina tradizionale sul potere curativo della Moringa oleifera e un altrettanto elevato numero di ricerche scientifiche che, a partire dagli anni ’50, hanno cercato di approfondire e verificare tali proprietà. La Moringa è stata studiata per le sue applicazioni come

  • antibiotico,
  • antifungino,
  • antinfiammatorio,
  • antiepilettico,
  • antiossidante,
  • diuretico,
  • antipertensivo (contrasto alla pressione alta),
  • antiulcera (per l’ulcera peptica),
  • ipocolesterolemizzante (per abbassare il colesterolo alto),
  • ipoglicemizzante (per abbassare la glicemia),
  • epatoprotettore (a beneficio della salute del fegato),
  • stimolante cardiaco e circolatorio,
  • antitumorale.

Sfortunatamente molti di questi studi non sono stati condotti in modo sufficientemente rigoroso (randomizzati, contro placebo), oppure sono stati pubblicati su riviste semi-sconosciute – e quindi sfuggiti all’attenzione internazionale – oppure ancora si sono fermati alla sperimentazione in vivo su animali ma non sono proseguiti sull’uomo. Questo spiega anche la scarsa conoscenza della Moringa nella pratica medica occidentale, nella cui tradizione tale pianta è completamente assente. Vai al nostro Shop

Esistono tuttavia applicazioni per le quali la ricerca scientifica ha fornito prove tutto sommato solide: l’attività antibiotica è una di queste. Negli anni ‘50 tre università indiane identificarono nella Moringa un composto che chiamarono pterigospermina, in grado di dissociarsi dando origine in vivo a due molecole di benzil isotiocianato: quest’ultimo era un composto già noto all’epoca per le sue proprietà antibiotiche. Il gruppo di ricercatori non si fermò all’identificazione della pterigospermina, ma ne studiò l’attività antimicrobica, dando il via a una serie di studi successivi che portarono a confermare l’attività della Moringa contro una serie di batteri e funghi, compreso il ben noto Helicobacter Pylori, causa di gastriti e ulcere duodenali e fattore predisponente per il cancro allo stomaco [9].


moringa


L’attività antiepilettica dell’estratto etanolico delle foglie di Moringa è stata dimostrata in vivo su animali e così anche l’attività antidiabetica [10]. Per quest’ultimo potenziale impiego sono stati condotti anche studi sull’uomo, ma in numero ancora troppo limitato per poter trarre conclusioni. Stesso discorso per l’efficacia nel ridurre colesterolo e trigliceridi e per l’attività antiossidante e antitumorale [10, 11,12].

In definitiva, gli studi finora condotti non escludono le potenzialità terapeutiche della Moringa oleifera (anzi, quelli in vitro e su animali le confermano), ma richiedono approfondimenti e conferme attraverso la realizzazione di studi sull’uomo, che diano robustezza ai risultati preliminari finora ottenuti (e a quanto tramandato dalla medicina tradizionale) e possano aprire la strada all’utilizzo terapeutico degli estratti di Moringa [13].

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